Io parto per l’America
Canto d’emigrazione
“Io parto per l’America” suonata a Negruzzo(PV), alla Festa all’Aia – 34° Sagra Gastronomica. Musicisti: Marco Domenichetti e Andrea Ferraresi al piffero, Stefano Mantovani e Matteo Burrone alla fisarmonica. Video di Alberto Gremmi.
Spiegazione del testo
Nel testo (riportato in parte nel video, ovvero solo la seconda parte dell’originale) si evince un senso di malinconia e si apre con un’immagine molto realistica, dove si materializza quel bastimento che diviene per l’emigrante qualcosa di finalmente reale, ma in fondo è lo stesso che ne “La fiöla d’un povr’om” (Nigra 50, Cattivo custode) reca in grembo il padre alla ricerca della figlia rapita dai “dragoni”. Il topos immaginario dell’antica canzone si realizza nell’esperienza concreta e ne nasce un nuovo canto. Ma prima di affrontare il mare c’è tempo per un ultimo breve viaggio nel proprio microcosmo domestico, la piazza del paese dove l’amante(la Mamma) è oramai solo una presenza vaga, un’ombra nel vuoto, quasi personificazione del sentimento di disperazione suscitato dalla partenza.
Un canto forse riconducibile al genere dello stranot, stornelli accompagnati o intervallati da un inserto musicale eseguito da piffero e fisarmonica (tirlingada); un canto di partenza, diviso in due parti che potrebbero essere anche due canti distinti e che si chiudono emblematicamente con due sentimenti opposti: “soddisfazione” e “disperazione”, restituendo con pregnanza il contrasto di sentimenti che doveva caratterizzare lo stato d’animo del giovane che si accingeva a partire per le lontane “Meriche”. [fonte: appennino4p.it]
TESTO
Io parto per l’America
sul lungo bastimento,
parto col cuor contento
di non vederti più.
E prima di partire
voglio fare un giro in piazza
se c’è qualche ragazza
che piangerà per me…
In piazza c’è nessuno,
c’è sol l’amante mia,
io parto e vado via
dalla disperazion.